Intelligenza Artificiale e prezzo dinamico

a cura di Raffaella Aghemo

Tra i rischi che l’utlizzo di sistemi algoritmici porta con sè, c’è quello dell’ottimizzazione delle strategie di prezzo, che ha attirato l’attenzione delle autorità garanti della concorrenza un po’ ovunque: una serie di aziende americane soprattutto ricorre ai sistemi di IA per ottenere vantaggi competitivi nella determinazione dei prezzi e aumentare di conseguenza i ricavi, basandosi sugli stessi tipi di punti dati che le aziende hanno tradizionalmente utilizzato per prendere decisioni sui prezzi, inclusi dati storici, indicatori correnti di domanda e offerta nel mercato e talvolta prezzi dei concorrenti! Ma spesso queste manovre celano pratiche anticoncorrenziali o sleali, tanto che sempre più querelanti anche privati stanno portado avanti azioni civili antitrust, anche se non sempre con esiti a loro favorevoli.

Secondo il governo, la cosiddetta “fissazione dei prezzi” equivale potenzialmente a una cospirazione di tipo hub-and-spoke, con il fornitore dell’algoritmo che funge da hub e gli utenti dell’algoritmo concorrenti come spoke. Ciò costituirebbe una violazione della sezione 1 dello Sherman Act, con derive anche lato penale. Per esempio una corte federale del Tennessee ha accolto un reclamo che sosteneva che i gestori di alloggi in affitto multifamiliari avevano cospirato per adottare suggerimenti sui prezzi forniti da un algoritmo di determinazione dei prezzi.

Pertanto occorre porre ATTENZIONE alle comunicazioni interne riguardanti l’uso di algoritmi di determinazione dei prezzi e predisporre accurate documentazioni sul processo decisionale riguardante la loro adozione o il loro uso, evitando, per esempio, una decisione unilaterale non coordinata o dipendente da manovre e/o azioni dei concorrenti!

Qui il joint statement: https://www.justice.gov/atr/media/1361306/dl?inline

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Avv. Raffaella Aghemo